Condono Edilizio 2020
Geom. Gagliardi Domenico • 10 aprile 2020
Condividi
Sarà Condono Edilizio?

Se c’è una cosa che abbiamo capito negli anni è che "la coperta è corta". La ricerca delle coperture
per realizzare gli interventi previsti dalle manovre economiche ha sempre creato degli “scontenti”; è inevitabile. Ma in un momento straordinario come questo, nel quale la salute delle persone è giustamente messa in primo piano, il debito che si accumulerà per le manovre di assistenza daranno un duro colpo all'economia mondiale; soprattutto per quei paesi che non "se la passavano"
bene già prima della Pandemia.
Un articolo pubblicato sul sito www.agi.it - Agenzia Italia - ha evidenziato che il “lockdown” costi al Belpaese 47 miliardi di euro a mese, che rappresenta il 3,1% del PIL. La previsione di apertura delle aziende a metà anno ridurrà il prodotto interno lordo a – 8,4%.
Quali manovre per l’Italia nel post-emergenza?
La Storia ci insegna che in situazioni economiche difficili si sono promosse misure come la sanatoria fiscale e il condono edilizio.
Ad esempio nel 1985
(Bosetti-Gatti) il condono è stato emanato per “sanare” quegli edifici che si erano costruiti nagli anni ’70 con il boom economico e per realizzare una misura preventiva e repressiva all'abusivismo.
Nel 2003
(decreto legge 30 settembre 2003, n.269) il condono ha avuto come oggetto “disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell’andamento dei conti pubblici”.
Nel 2020 la crisi economica causata dal Coronavirus
potrebbe mettere nelle condizioni il legislatore di intervenire in un modo simile, con un Condono Edilizio, oltre che fiscale.
Nota a margine: il 4 aprile scorso dall'opposizione (M. Salvini – Lega) è arrivata una richiesta al governo: “pace fiscale e pace edilizia, si cancella l’arretrato e si riparte da zero”.
La premessa per il nuovo Condono edilizio 2020?